Ma quali politici, questi sono pirati e ci stanno depredando di tutto !! (prima puntata)

di Cella Claudio 01.09.2012 

Il finanziamento pubblico dei partiti.

Prima puntata di una serie di articoli per individuare punti nei quali sarebbe possibile da parte della politica effettuare dei risparmi importanti, punti che però la politica attuale si guarda bene di toccare.

È infatti attraverso questi punti che la politica oggi si alimenta e a quanto pare, la fame dei nostri politici non accenna a diminuire.

Il finanziamento pubblico dei partiti è uno dei punti per i quali Lavoro Giustizia Libertà intende combattere, sia perché questo tipo di finanziamento venga eliminato, ma soprattutto perché i partiti che hanno perpetrato questo furto ai danni dei cittadini restituiscano tutti i soldi presi.

Riteniamo infatti che un partito per esistere, non debba scippare soldi ai cittadini ma vivere autofinanziandosi attraverso il tesseramento dei suoi sostenitori e le donazioni spontanee, naturalmente con dei bilanci pubblici e dettagliati in modo da rendere conto ai cittadini del proprio operato.

Così facendo, l’esistenza di ogni partito sarebbe giustificata dal sostegno dei propri tesserati, che nel caso decidessero di togliere la loro fiducia determinerebbero anche la scomparsa del partito che non opera nel loro interesse (anche se comunque potrebbe bastare il non voto per far morire un partito).

Un paese che deve rimettersi in sesto deve cercare di eliminare ogni spreco, iniziando con il buon esempio proprio dai posti di comando.

Nel programma di governo di Lavoro Giustizia Libertà questo argomento sarà nel capitolo “Tagli agli Sprechi” con obiettivo “recupero dei finanziamenti concessi in eccedenza ai partiti dopo il referendum del 1993”, il 1993 infatti è l’anno nel quale i cittadini (che sono poi i datori di lavoro dei politici), hanno deciso che il finanziamento pubblico ai partiti non doveva più esistere.

Di seguito riportiamo uno stralcio dal libro “Il Naufragio della Ragione” di Diego Pascale dove viene spiegato il sistema del finanziamento dei partiti, una storia che conosciamo tutti certo, ma leggendola magari ci troveremo particolari interessanti, che ci aiuteranno se ancora ce n’è bisogno a capire da chi siamo stati governati in tutti questi anni.

Buona lettura, e non arrabbiatevi molto, tenete la rabbia per le prossime votazioni.

“dal libro Il Naufragio della Ragione”

 

I finanziamenti pubblici attraverso i quali i Partiti italiani accedono ad un’imponente disponibilità finanziaria, e’ assicurato da una legge che ha raggirato il referendum svolto nel 1993 dove il 90,30% dei cittadini italiani ha chiaramente abolito tale privilegio, trasformando il finanziamento pubblico dei partiti di allora in “rimborsi elettorali” di oggi, dove basta prendere l’1% dei voti per avere diritto al rimborso.

Nelle Elezioni Politiche del 2008, dalla relazione della Corte dei Conti depositata a Montecitorio, i partiti hanno speso circa 120 milioni di euro ma ne incasseranno quasi 500 di milioni, in poco meno di cinque anni.

In particolare, per il solo 2008, i rimborsi spese sono stati:

Per la Camera dei Deputati Euro 88.221.430,02.

Per il Senato della Repubblica Euro 96.183.000,00.

Per un totale, solo nel 2008, di Euro 184.404.430,02.

Il costo complessivo a carico dei contribuenti, per il finanziamento dei Partiti, nel periodo 2008-2013, sara’ pari a circa 2 miliardi di euro considerando anche le elezioni europee del 2009, quelle regionali del 2010 e quelle politiche del 2013.

Le elezioni nel nostro paese sono diventate un affare ed un investimento con utili altissimi, ovviamente esclusivamente a spese degli Italiani.

Qualche esempio: il leader del partito dei pensionati, Carlo Fatuzzo, nella campagna elettorale del 2004 spese 16.435 euro per riceverne circa 3 milioni come rimborsi, oltre il 30.000% in più! Rifondazione Comunista, l’Udeur, i Verdi e tutti gli altri partiti non rientrati in parlamento con le elezioni del 2008 continueranno a ricevere fondi pubblici fino al 2011.

I Comunisti Italiani nel 2006 hanno ottenuto un rimborso del 2.950,04% (duemilanovecentocinquanta %) con quasi 5.8 milioni su’ una spesa totale di 194,000 euro effettuata per la campagna elettorale.

Da un’analisi più attenta, ci si rende conto meglio della questione.

I costi dei partiti per la campagna elettorale del 2008:

Il tesoriere di Forza Italia, Rocco Crimi, ha speso quasi la metà di quanto hanno sborsato tutti i partiti messi insieme, e cioè 50milioni di euro.

Il vecchio Ulivo (Ds e Margherita, che parteciparono separatamente al Senato e uniti alla Camera) hanno speso circa la metà di FI, 28 milioni di euro.

Gli incassi dei partiti per la campagna elettorale del 2008:

Forza Italia potrà contare di un totale di rimborsi pari a 79 milioni di euro.

A Ds e Margherita insieme verranno rimborsati oltre 130 milioni che si divideranno i due “Padri Fondatori”.

Ad Alleanza Nazionale spetteranno oltre 59 milioni di euro.

A Rifondazione Comunista oltre 33 milioni.

All’Udc poco più di 24 milioni di euro.

Alla Lega oltre 17 milioni di euro.

In totale alle segreterie dei partiti sono fluiti oltre 381 milionidi euro.

La media annuale dei fondi pubblici ai partiti è aumentata di circa del 600% rispetto al ‘93, ultimo anno di finanziamento pubblico.

Tutto questo e’ inoltre possibile perché la legge sul rimborso elettorale ai partiti che partecipano alle elezioni prevede che, oltre al raggiungimento esiguo dell’1% dei voti (anche se quindi non si esprime nessun eletto visto il quorum del 4%), la ripartizione viene conteggiata sul numero degli iscritti, nelle liste elettorali, avente diritto al voto e non sull’effettivo numero dei votanti, pertanto, anche chi a votare non ci va’ e quindi si astiene, contribuisce involontariamente al rimborso elettorale ai partiti automaticamente.

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